”Aiutare disoccupati, esodati, famiglie in difficoltà e classi medie, invece di Zio Paperone, evita di aggravare le enormi iniquità presenti nel nostro Paese e dà un più efficace stimolo per rianimare l’economia”. Per questo, secondo il viceministro dell’Economia Stefano Fassina, il Pdl non può continuare a insistere per cancellare l’Imu sulla prima casa per tutti. ”La campagna elettorale – aggiunge – dovrebbe essere finita” e ”dovremmo tutti essere concentrati sull’interesse dell’Italia, non sulle bandierine di parte ”.
”Adempiere alla promessa berlusconiana – osserva Fassina – vuol dire, nell’Italia 2013, costretta nei vincoli di bilancio pubblico, rassegnarsi all’aumento dell’Iva, pagata anche dai disoccupati e dai pensionati al minimo; oppure lasciare senza indennità di disoccupazione centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici; o ancora abbandonare a loro stessi decine di migliaia di esodati ”. ”L’80% delle famiglie italiane – ricorda il viceministro – è proprietaria dell’abitazione di residenza. Ma il 25% dei proprietari già non paga l’Imu grazie alle detrazioni vigenti, un altro 70% paga meno di 400 euro all’anno, mentre il rimanente 5% paga oltre 400 euro. Tale ultimo 5%, quello che possIede quasi il 50% della ricchezza italiana, versa per l’Imu prima casa 2 miliardi di euro. Con l’innalzamento delle detrazioni potremmo eliminare l’Imu per la stragrande maggioranza delle famiglie italiane e, al tempo stesso, dedicare due miliardi al finanziamento della Cassa integrazione in deroga, agli esodati e all’Iva ”. ”Soltanto una destra classista – aggiunge – può dare priorità all’eliminazione dell’Imu su un appartamento di 400 mq in centro a Roma rispetto al pagamento dell’indennità di disoccupazione di 600 euro a un disoccupato o della pensione a un esodato rimasto senza reddito. Purtroppo, i vincoli di finanza pubblica non consentono di affrontare compiutamente tutte le priorità programmatiche del governo Letta. Silvio Berlusconi lo dovrebbe sapere bene dato che fu lui a firmare e impegnare l’Italia, unico caso in Europa, al pareggio di bilancio nel 2013 ”. (Fonte ANSA)